Sfrappole o grostoi? Chiacchiere o frappe? Bugie o cenci?

Non importa come le vogliamo chiamare, non importa in quale parte d’Italia viviamo… non è Carnevale senza queste prelibatezze!

Quest’anno non ho resistito alla tentazione di preparare quelle che nella mia infanzia sono sempre state le “sfrappole”. Da quando mi sono sposata e trasferita in Val di Fassa, viene naturale chiamarle “crostoli” o meglio “grostoi” in ladino. Di solito non amo friggere, visto lo sconquasso che questa modalità di cottura genera in cucina, ma questa volta ho fatto un’eccezione… e ne è valsa la pena!

Grostoi e sfrappole

Non saprei proprio dire l’origine della ricetta, dato che l’ho presa dal “quaderno magico” di mia madre, quello che penso esista in ogni casa in cui si mangia davvero bene… quel quadernetto (o quadernone-one-one, nel mio caso) in cui pazientemente o in tutta fretta si annotano le ricette tradizionali della famiglia, gli spunti dati dalle amiche davanti ad una fetta di torta o le ricette che si ha avuto modo di provare perché viste in tv o lette su un blog o un gruppo di Facebook (ebbene sì, anche il “quaderno magico” ha una sua evoluzione tecno-social!).

Veniamo alla ricetta:

  • 500 gr di farina 00
  • 1 cucchiaio di zucchero
  • 1 pizzico di sale
  • 30 gr di strutto
  • 1 uovo intero e 2 tuorli
  • vino bianco secco e grappa in parti uguali, quanto basta (lo so che fa brutto scrivere così, ma non ho misurato quanto ne ho usato)
  • abbondante zucchero a velo per decorare il prodotto finito

Si impasta tutto, rigorosamente a mano sul tagliere di legno, partendo dalla farina a fontana e aggiungendo al centro le uova sbattute, lo zucchero, il sale, lo strutto ammorbidito e un po’ di vino e grappa. Mano a mano che si impasta, si aggiungono vino e grappa fino ad ottenere un impasto compatto, comunque piuttosto sodo.

Si lascia riposare l’impasto avvolto nella pellicola per almeno un’oretta al fresco e poi si procede a stendere la pasta e a preparare le forme. Il trucco per ottenere delle ottime sfrappole, pardon grostoi, è stendere la sfoglia sottilissima. Se la consistenza è sufficientemente soda non sarà difficile ottenere una sfoglia tanto sottile da essere quasi trasparente. Se ci sono riuscita io…

La sfoglia per grostoi e sfrappole

Al momento di tagliare la sfoglia, decidiamo cosa vogliamo fare. Se preferiamo i grostoi facciamo delle forme quasi quadrate con un taglio al centro, mentre se vogliamo fare le sfrappole dobbiamo applicarci un po’ di più: fare un rettangolo lungo e stretto, tagliare al centro e creare un’arricciatura, facendo passare un lato corto all’interno del taglio.

Sfrappole Grostoi

Nel frattempo avremo fatto scaldare l’olio per la frittura. Io ho usato olio di arachide in una padella tipo wok antiaderente. Qui viene il problema principale di questa ricetta: tenere l’olio ad una temperatura sufficientemente alta ma non troppo. Infatti, le sfrappole devono friggere a olio vivace per non rimanere unte, ma non devono essere troppo colorite. Gli esperti dicono di tenere una temperatura dell’olio intorno ai 170°. Gli altri possono fare come me e andare per tentativi, regolandosi in base alla coloritura delle sfrappole in cottura.

Sfrappole Grostoi

Ovviamente la frittura dura pochi istanti, credo massimo un minuto, poi si scolano i vari pezzetti su carta assorbente. Appena freddi, bisogna trasferirli in un vassoio capiente cospargendo di abbondante zucchero a velo, strato per strato, facendo naturalmente attenzione a non rompere le sfrappole o grostoi che dir si voglia!

Grostoi e sfrappole

E ora… Buon Carnevale!!!

Grostoi e sfrappole Grostoi e sfrappole